Wednesday 3 August 2011

Nunc in sublime allevatos nunc in infima allisos cir***

1. Voi non capite questo e avete un atteggiamento che non si confà alla vostra condizione, come tutti quelli che, mentre siedono oziosi al circo o a teatro, non hanno ancora ricevuto la notizia che la loro casa è in lutto. Ma io, osservando dall'alto, vedo quante tempeste minacciano di rovesciarsi a momenti su di voi con i loro nembi o, ormai vicinissime, stanno per trascinare via voi e le vostre ricchezze. E dunque? Non è forse proprio adesso che, anche se non ve ne rendete conto, un vortice travolge le vostre anime che anche mentre cercano di sfuggire non rinunciano ai loro desideri e ora vengono sollevate in alto, ora sprofondate nell'abisso […]?

Seneca - de Vita Beata XXVIII

Le Promesse della Virtù

1. Dunque la vera felicità è posta nella virtù. A che cosa ti induce questa virtù? A non ritenere bene o male qualcosa che sia in relazione, rispettivamente, con la virtù e con la malvagità; inoltre, a essere saldo contro il male e fedele al bene, in modo da essere immagine di Dio, nei limiti del lecito. 2. Che cosa ti promette in cambio di questa impresa? Premi grandi e degni di un dio: non ti costringerà a nulla, non ti mancherà nulla, sarai libero, al sicuro e indenne; non tenterai nulla inutilmente, non sarai per nulla ostacolato; tutto procederà secondo i tuoi piani, non accadrà nulla di sfavorevole, nulla contro i tuoi intenti e la tua volontà. 3. "E che dunque? Basta la virtù per vivere felicemente?" Perché quella, perfetta e divina, non dovrebbe essere sufficiente, anzi, essere più che sufficiente? Che cosa, infatti, può desiderare chi è estraneo al desiderio di ogni cosa? Di cosa può aver bisogno dall'esterno chi ha raccolto tutto in se stesso? Ma chi aspira alla virtù, anche se è andato molto avanti nel cammino, necessita di un po' di indulgenza da parte della sorte, almeno fino a quando deve affrontare le debolezze umane, e fino a che non scioglie ogni sorta di vincolo che lo lega alla condizione mortale. Dunque, che differenza c'è? Il fatto che alcuni sono ben legati, serrati, perfino incatenati da più parti; l'uomo, invece, che ha puntato e si è spinto più in alto, trascina la catena allentata, non ancora libero, ma come se già lo fosse.

Seneca, De vita Beata - XVI